Maratona dles Dolomites-Enel 2019. Pedalando verso un “Duman” migliore

La sveglia suona, accendo la luce della camera e mi alzo dal letto. Sono le 04.20 del mattino, fuori è ancora buio, sono teso ed emozionato perché oggi non è un giorno qualsiasi.

Tra poche ore parteciperò alla 33a edizione della Maratona dles Dolomites-Enel, la regina a livello mondiale delle Granfondo ciclistiche e non sarò solo, insieme a me correranno altri novemila fortunati atleti provenienti da tutto al mondo, sorteggiati dall’organizzazione per partecipare a questa straordinaria manifestazione.

A darci il buongiorno sono le fantastiche vette del complesso dolomitico del Sella, ancora assonnate ma pronte già a regalarci il maestoso spettacolo di colori che l’Unesco ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità. Un patrimonio che, come ricorda anche il tema di questa edizione – Duman, al domani – deve essere tutelato e salvaguardato per le generazioni future che possano anche loro gioire della bellezza della natura, nella sua interezza, troppo spesso messa in difficoltà da tutti noi.

La corsa scatterà solo alle 06.30 da La Villa, ma tutti i ciclisti sembrano che non possano aspettare: dopo un’abbondante colazione e l’ultimo controllo della bici siamo già in strada. Inizia l’alba e il fresco della notte non ha ancora abbandonato le strette strade di montagna che ci conducono alla partenza. Il lungo viale da dove verrà dato il via inizia a popolarsi dei mille colori delle maglie dei ciclisti e dei rumori classici delle bici.

Ora inizia l’attesa per lo start. Si inizia così a pensare al percorso. La manifestazione ne propone tre – rigorosamenti chiusi al traffico – un breve da 55 km, caratterizzato dal famosissimo giro del “Sella Ronda” che comprende le salite del Passo Campolongo, Passo Pordoi, Passo Sella e Passo Gardena.

Un medio da 106 km, che aggiunge al“Sella Ronda” la scalata del Passo Valparola. Infine un percorso lungo, da 138 km, che rispetto al percorso medio prevede l’ascesa al temutissimo Passo Giaù, un vero “spauracchio” per tutti gli amanti delle due ruote.

Proprio su questa salita si concentrano i maggiori commenti dei ciclisti. Accanto a me c’è Marco, viene dalla provincia di Bari e mi racconta che la salita del Giaù l’ha già affrontata. Quel giorno lo ricorda come “uno dei peggiori della sua vita”. Un vero inferno e quindi oggi farà il percorso medio: “molto più accessibile per la mia preparazione” – mi dice- sorridendo.

La mia salita verso il Passo Giaù

Non la pensa così Andrea. Viene da Firenze è qui in vacanza con la famiglia ed ha già scalato il Giaù diverse volte. Per lui “è una salita durissima ma da fare assolutamente”, dunque si cimenterà il percorso lungo e cercherà di battere il suo record.


Una salita lunga e dalle pendenze dure fino in cima.

Sono in pochi però come lui che pensano solo al risultato. La maggioranza di quelli con cui parlo mi riferiscono che sono felicissimi di essere qui e di pensare solo a divertirsi, pedalando a contatto con la natura attraversando scenari fantastici che hanno sognato tutta la stagione.

Dalla mia posizione riesco a vedere la zona della partenza e i frenetici preparativi che seguono lo start. Sul palco si susseguono speacker che cercano di coinvolgere i ciclisti all’imminente “dose di adrenalina” che gli investirà durante la gara.

Ma non ne abbiamo bisogno: mi giro e dietro a me vedo un fiume colorato che non aspetta altro che la propria avventura tra le montagne possa iniziare. A nessuno importa pensare a chi vincerà la gara, oggi siamo tutti uguali, tutti con la nostra bici e la nostra voglia di divertirci fino all’arrivo di Corvara dove saremo tutti premiati indistintamente con un “complimenti” un sontuoso pasta party e con la consapevolezza che abbiamo partecipato non a una semplice gara ma a qualcosa di più.

Sono le 6.30, mancano pochi secondi. Si parte.

Per il report della gara, classifiche e foto leggere qui>>>

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